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PUBBLICATO IL LIBRO - IL MAESTRO DI COURMAYEUR - DEDICATO A GIGI PANEI PDF Stampa E-mail
Lo Sci Club Senigallia ha ricevuto in dono una copia del libro "Il Maestro di Courmayeur" pubblicato da Antonio Panei, nipote di Gigi Panei, in onore del quale è stato intitolato il nostro Sci Club. Il libro è in vendita presso le librerie Feltrinelli ed i proventi saranno devoluti in beneficienza; Vi invitiamo a conoscere la vita di questo straordinario personaggio di montagna a cui il nostro Sci Club deve profonda riconoscenza.
Nell’inverno del 1967 Gigi Panei , abruzzese di nascita ma valdostano di adozione, muore in montagna a cinquant’anni; Panei era stato uno dei primi maestri di sci di Courmayeur, aveva dedicato la sua vita alla Scuola del Monte Bianco, di cui era stato per vari anni il Direttore, e aveva formato, con generosità e determinazione, moltissimi maestri.
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Gaetano Panei, conosciuto come Gigi, nasce nel 1914 a Santa Anatolia, piccola frazione del Comune di Borgosese, allora provincia dell’ Aquila e dal 1927 in quella di Rieti. Appassionato di sci fin da ragazzo, prende parte a gare di fondo con sci di sua costruzione. Ha svolto il servizio militare negli Alpini, Battaglione L’ Aquila, nel 1940 arriva alla scuola militare di Alpinismo di Aosta e vi raggiunge il grado di Sergente Maggiore, diventando anche un valoroso soldato; un soldato eccezzionale, capace di qualsiasi sacrificio, un uomo che non temeva nè le rocce più scoscese nè i ghiacciaiai e i nevai più infidi. Prende parte prima alle operazioni sul fronte occidentale e poi, col reparto sciatori "Monte Cervino", alla campagna di Russia. Nel 1945 supera gli esami di Maestro di sci e di guida alpina e si stabilisce a Courmayeur. Oltre al suo lavoro di Maestro ed Allenatore, alle tante Gare, ascensioni degli itinerari più noti del monte Bianco, ed ai suoi generosi salvataggi in montagna, vanno ricordate come sue imprese di rilievo le prime della Sud del Pic Adolphe con Giusto Gervasutti e della cresta Sud del Jetoula (1948) e le prime invernali della cresta dell’ Innominata con Sergio Viotto (1953) e della Sentinella Rossa con Walter Bonatti (1961).
Vanno inoltre ricordate le sue doti umane e tecniche che lo hanno fatto stimare sempre più nell’ ambiente.
Nonostante la grande esperienza ed i numerosi salvataggi, muore travolto da una valanga, insieme al giovane Maestro, suo affezionato e allievo prediletto, Renato Rosa di Aosta.
La disgrazia accadde verso le tredici del 22 febbraio. Un’enorme valanga si staccò dalla Cresta dell’Arp, a quota 2700 metri sopra Courmayeur, e travolse i maestri di sci Gigi Panei e Renato Rosa che insieme stavano verificando le condizioni della pista che dall’Arp porta a Dolonne, in occasione dei Campionati Italiani di sci iniziati quello stesso giorno. Nella settimana precedente era caduto oltre un metro di neve, seguito da ben quattro giorni di pioggia, e quel giorno era una giornata di sole con un caldo eccezionale per la stagione. La neve, appesantita dalla pioggia e resa instabile dal gran caldo, cedette improvvisamente. Il boato della valanga fu udito da un cameriere del ristorante «Cresta d’Arp», che aveva visto Panei e Rosa scendere nel canalone. Venne dato l’allarme e dal Plan Checrouit partirono subito i maestri, il pronto soccorso, i battipista e molti volontari. Uno dei primi soccorritori che giunsero sul luogo della disgrazia fu Luigi Glarey, maestro di sci, guida alpina e grande amico di Panei. Glarey aveva con sé Edel, un cane da valanga, e cominciò subito le ricerche. Ma sentiamo dal suo rapporto, che stilò al termine delle operazioni di soccorso, come si svolsero i fatti: “Mancavano pochi minuti alle ore 14 quando mi stavo avviando alla telecabina con i miei clienti. Di corsa mi viene incontro un dirigente delle funivie, il Sig. Lupi, il quale, bianco in volto e con voce bassa e spaventata mi dava la notizia dell’accaduto. Immediatamente mi reco al box di Edel, il cane da valanga, lo prendo con me e col fiato in gola prendo l’ovovia. Intanto sono già trascorsi 15 minuti. Scendo dall’ovovia e salgo di corsa sulla funivia: altri 7 minuti fino al Col di Joula. Ancora un cambio per il colle dell’Arp e altri 5 minuti trascorrono inesorabili.
Finalmente, sci ai piedi, inizio la discesa, seguendo le piste dei due colleghi per portarmi direttamente sul canale della valanga. Quando arrivo sul luogo della disgrazia i primi soccorritori avevano già rinvenuto il corpo della prima vittima, Renato Rosa. Non perdo tempo e inizio la ricerca a monte della valanga. Edel mi segue obbediente, ma non mi sembra molto convinta. Dopo una perlustrazione senza risultato decido di scendere più a valle. Subito noto che Edel è più agitata e dopo alcune corse a zig zag mi accorgo che ormai non poteva sbagliare: girava su se stessa facendo perno con il muso infilato nella neve fino alle orecchie e con le zampe anteriori scavava disperatamente. Mi precipito e infilo la mia sonda nella neve: a circa un metro di profondità sento il corpo del mio caro collega Gigi Panei. Comincio a gridare e una massa di gente accorre sul posto. Dopo qualche minuto il corpo era recuperato. Due medici, presenti nel gruppo dei soccorritori, tentano i primi soccorsi, ma per Rosa e Panei non c’è più nulla da fare. Ormai non rimaneva che il triste compito di riportare a valle le salme.

Pista intitolata a Gigi Panei

Invitiamo tutti a leggere il libro...

Gabriele Gemignani
- Questo pomeriggio ho letto d' un fiato il libro dedicato a Gigi Panei ed a dire il vero ora mi sento molto più partecipe a questo Sci Club e sopratutto, come uomo di montagna, forse sono un pò più ricco di conoscenza e consapevole di quanti sacrifici hanno fatto i veri pionieri dello sci...

Questa è la copertina del libro e sotto il link per trovarlo


collegamento al sito.....http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=540687
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